Discriminazione mediante tecniche spettroscopiche avanzate di vini affinati in botte da quelli ottenuti mediante l’impiego di legni alternativi, al fine della tutela del consumatore, della qualità e della tipicità dei vini Piemontesi
La ricerca di strumenti in grado di rilevare frodi nel settore agroalimentare, ed in particolare in ambito enologico, è reso urgente dall’aumento vertiginoso di casi di contraffazione e “vino-pirateria” al quale si sta assistendo negli ultimi anni, fenomeno che mette a rischio il reddito di migliaia di piccoli produttori oltre che danneggiare l’immagine di un settore fondamentale per l’economia piemontese e nazionale come quello vitivinicolo.
Recenti ricerche hanno evidenziato la possibilità di discriminare vini in base al tipo di affinamento (chips o barriques) attraverso tecniche spettroscopiche abbinate a metodi chemiometrici. L’applicazione combinata di tecniche analitiche più tradizionali e riproducibili quali GC-MS ed NMR, affiancate da tecniche portabili e a basso costo, quali la spettroscopia NIR, costituisce un’importante occasione per valutare modalità d’indagine complementari da applicare alla classificazione di prodotti ottenuti da un affinamento dei vini in barrique da quelli ottenuti con l’impiego di chips, per la tutela della qualità dei vini Piemontesi.
Lo scopo della ricerca è dunque quello di riconoscere vini ottenuti con tecniche di produzione o affinamento diverse da quelle eventualmente dichiarate. Il progetto intende esplorare la possibilità di raggiungere questo obiettivo integrando approcci analitici multipli e integrati quali la spettrometria di massa abbinata alla gascromatografia, la spettroscopia IR e soprattutto la spettroscopia 1H-NMR.
Progetto finanziato dalla fondazione Cassa di Risparmio di Torino CRT
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